Il progetto di ricerca sì basa sulle acquisizioni conseguite nella ricerca dello scorso anno, denominata "la manutenzione costituzionale", di cui costituisce il logico completamento. Il punto di partenza dell'indagine è l'osservazione di come, negli ordinamenti a democrazia stabilizzata, venga progressivamente meno il bisogno di momenti (rifondativi degli assetti costituzionali. Il consolidarsi della forma di Stato - e segnatamente di quella liberale e democratica - rende l'esercizio del potere costituente (inteso come potere libero nei fini) un'ipotesi meramente scolastica, affermando anzi con crescente incisività la presenza di limiti e condizioni (di natura interna ed intemazionale) al potere di revisione. Per contro, alla stabilizzazione della garanzia degli elementi fondativi degli ordinamenti corrisponde la necessità di adeguare costantemente alcune disposizioni costituzionali ai rapidi cambiamenti sociali ed all'interdipendenza sovra-ed internazionale, attraverso processi di revisione costituzionale più "mirati" e parziali. Sembra insomma consolidarsi, in questi ordinamenti, una costituzione a doppio scartamento, caratterizzata da un lato dall'intangibilità dei principi di regime, dall'altro dalla necessità di adeguare assai più rapidamente che in passato le regole operative del sistema. Un parte rigida ai limiti dell'intangibilità (nota e ormai abbondante è la giurisprudenza costituzionale sul punto in numerosi ordinamenti), ed una materialmente, sia pure non formalmente, flessibile. A fronte di questa duplice condizione, si affermano così modalità di revisione diverse e parallele rispetto al dato formale. L'analisi e la sistematizzazione in chiave comparata di questi fenomeni costituisce l'oggetto della ricerca.