Minori tra “abbandono” e adozione. Come un giornalismo etico e sociale può superare i pregiudizi

  mercoledì 29 maggio 2024
L’adozione di bambine e bambini viene spesso rappresentata dai media in modo stereotipato e fuorviante. Lo stesso accade quando una madre lascia il proprio figlio a qualche struttura pubblica, ricercando l’anonimato. Sia nelle notizie di cronaca che in film e serie tv, la pubblica opinione è portata a fraintendere il significato dell’adozione: si confonde l’istituto dell’affido con quello dell’adozione; si attribuisce all’essere adottati la causa di malesseri che invece sono comuni al mondo giovanile; e si considerano “veri genitori” i soli genitori biologici, come se la genitorialità adottiva fosse secondaria. C’è bisogno di un’informazione corretta sull’adozione e l’affido. Questo perché è fondamentale il ruolo che i giornalisti hanno nel far conoscere un fenomeno sociale, l’adozione, che non è solo una forma di genitorialità. L’adozione di minori, infatti, chiama in causa i temi dell’inclusione, del dialogo interculturale e dell’ascolto delle problematiche più intime e pressanti del mondo giovanile
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