FIRB 2001 - Tutela dei diritti e sicurezza dei cittadini nella dinamica costituzionale europea (IV)

Data inizio
23 gennaio 2004
Durata (mesi) 
12
Dipartimenti
Scienze Giuridiche
Responsabili (o referenti locali)
Pedrazza Gorlero Maurizio
Parole chiave
Tutela e sicurezza, Diritti umani, Unione europea, Tutela giurisdizionale, Corti costituzionali, Corti europee

Il progetto si propone di elaborare una ricerca intra-dipartimentale finalizzata a monitorare il sistema giudiziario europeo "integrato", analizzando il livello di tutela dei diritti fondamentali garantito rispettivamente nei diversi ambiti giurisdizionali, legislativi ed amministrativi, dalle fonti normative e dalla giurisprudenza interna ed europea. Particolare attenzione sarà dedicata alla analisi comparativa della Costituzione italiana e delle Carte europee (Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e Convenzione europea dei diritti dell'uomo) così come all'interpretazione ed applicazione dei diritti medesimi da parte delle corti nazionali e delle corti sovranazionali (Corte di Giustizia delle Comunità Europee, Corte Europea dei diritti dell'uomo).

La “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” ispira la propria azione alla condivisione di un futuro di pace fondato sui valori comuni europei alla ricerca di un’identità europea comune nel campo del riconoscimento dei diritti fondamentali e della loro effettiva garanzia. In questo quadro ci si propone di studiare il contenuto e di monitore l’affermazione giurisprudenziale di un diritto classico quale la libertà di religione, in particolare sotto il profilo della convivenza del principio del pluralismo religioso con il principio di uguaglianza.
L’art. 10 della carta riconosce il diritto di ogni individuo alla libertà di pensiero di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto , l’insegnamento, le pratiche e le osservanze dei riti.
Viene dunque affermato il rispetto per la diversità culturale, linguistica e religiosa e all’interno del campo religioso, in aggiunta alla tradizionale libertà di religione, viene esplicitamente inclusa la libertà di cambiare religione o credo. Si tratta senza dubbio di un diritto ormai consolidato nella tradizione giuridica occidentale il cui studio tuttavia pone oggi la sfida di una nuova lettura in grado di operare una sintesi tra le varie anime religiose dell’Europa, in un momento storico delicatissimo in cui il fattore religioso appare il motore – o la copertura- - di spinte politiche destabilizzanti.
La formulazione contenuta nella Carta ha già suscitato le critiche di chi ritiene che non sia stato riservato un ruolo specifico alle confessioni religiose. Al contempo invece si sarebbero concesse controverse aperture alla famiglia di fatto ovvero all’istruzione assicurata anche da scuole islamiche.
Ciò premesso, si intende condurre un attento monitoraggio di come tali indicazioni verranno utilizzate dalla giurisprudenza. Questo progetto implicherà la sistematizzazione delle decisioni già prodotte dalla Corte di Strasburgo su questo diritto e lo studio della coabitazione delle due codificazioni (Cedu e Carta Europea) così come delle influenze reciproche che si creeranno tra le due Corti. In particolare appare indispensabile rimeditare i compiti e il ruolo delle tre Corti che a vario titolo verranno coinvolte in queste forme di garanzia vale a dire la Corte di Giustizia delle Comunità Europee, la Corte di Strasburgo e la Corte costituzionale. L’ipotesi di possibili interferenze o perfino di scontri tra le menzionate Corti appare sempre più attuale ed impone la ricerca di un nuovo quadro di composizione delle reciproche competenze.
Gli spunti di interesse sono diversi e riguardano sia l’accresciuto ruolo del singolo nel sistema di tutela offerto dalla Cedu dopo l’entrata in vigore del protocollo n. 11 alla Cedu; sia il ruolo della Corte costituzionale quale custode dei principi fondamentali della nostra costituzione nella funzione di controlimiti all’ingresso e al primato del diritto comunitario; sia infine la crescente importanza dei diritti fondamentali e delle tradizioni comuni degli Stati membri nella giurisprudenza della Corte di giustizia.
Questo tema dovrà necessariamente coinvolgere anche una rimeditazione del quadro delle fonti e dei rapporti tra norme interne e comunitarie e l’analisi della diversa concezione monista e dualista difesa oggi dalla Corte di Giustizia e dalla Corte costituzionale.

Enti finanziatori:

MIUR - FIRB
Finanziamento: assegnato e gestito dal Dipartimento
Programma: FINANZMIUR - Finanziamento MIUR per la ricerca

Partecipanti al progetto

Beatrice Corradini
Elisabetta Crivelli
Maurizio Pedrazza Gorlero
Professore onorario

Attività

Strutture

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