Rabelais nell’episodio del 'Tiers livre' che ha come protagonista il giudice Bridoye, mette in scena una situazione paradossale, per mettere in risalto i guasti di una giustizia basata sul formalismo esasperato e fine a sé stesso e non sulla ricerca della verità e della soluzione equa dei processi. Bridoye, infatti, accusato di aver emesso una sentenza sbagliata, confessa candidamente di avere sempre, nella sua lunga carriera, deciso le cause gettando i dadi e sostiene che tutto ciò è perfettamente conforme al diritto. Nella sua concezione formalistica ciò che conta è appoggiarsi sulle leggi romane e sulle opinioni dei giuristi, citate di continuo del tutto a sproposito e senza comprenderle. Ne deriva un mondo alla rovescia, dove giustizia e ingiustizia si confondono ed è impossibile prevedere sulla base del diritto chi ha ragione e chi ha torto. In questo modo la letteratura indica il difetto capitale del sistema giudiziario e la parodia si dimostra un mezzo efficacissimo di demistificazione e di critica del mondo dei giuristi.
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100987
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11562/974120
ultima modifica:
26 ottobre 2022
Citazione bibliografica:
Rossi, Giovanni,
'Alea iudiciorum'. Le sentenze (in)appellabili del giudice BridoyeRifrazioni anomale dell’idea di giustizia
, Edizioni Scientifiche Italiane
, 2017
, pp. 119-156