Con l'avvento del pensiero umanistico, tra fine Trecento ed inizio Quattrocento, si pone problema in modo sempre più urgente di un ripensamento del complessivo sistema di sapere ereditato dalla cultura scolastica medievale, di matrice aristotelico-tomista. In tale quadro il diritto viene investito centralmente dalla polemica, che travalica ampiamente i limiti della riproposìzione della tradizionale "disputa delle arti". A trovarsi sotto accusa è la scientia iuris che ha costruito il complesso edifìcio dello ius commune; essa aveva sin lì rivestito un ruolo centrale ed indiscusso, per un verso avendo ad oggetto un sapere specializzato ed autonomo, fondato su propri testi autoritativi, a cominciare dal Corpus iuris dvilis di Giustiniano e dal Corpus iuris canonici per l'ordinamento della Chiesa cattolica) e su forme di elaborazione e trasmissione di altissimo livello, attraverso il canale delle Università. Per altro verso il giurista si afferma depositario di una forma di conoscenza autonoma, se non contrapposta, rispetto alla cultura letteraria e filosofica, quale «vera philosophia», secondo l'insegnamento già presente nel notissimo testo di Ulpiano in apertura del Digesto. Tra XV e XVI secolo si sviluppa quindi una polemica sempre più aperta e radicale contro la iurisprudentia, poiché si contesta in radice l'idea che possa esistere una scienza degna di questo nome basata su uno statuto epistemologico proprio, la quale ostenta di fare a meno delle conoscenze letterario-filosofiche ammodernate nel metodo e nei contenuti di cui si fanno portatori gli Umanisti.
Gli sviluppi della scollatura tra humanae litterae e scientia iuris vedono una duplice linea evolutiva: da un lato la tendenza del diritto ad isolarsi in una dimensione tecnica autosufficiente e programmaticamente estranea alle novità proposte dalla cultura moderna, nelle forme rogressivamente meno vitali del bartolismo e del culto dell'auctoritas e dall'altro lato un tentativo (attuato soprattutto in Francia dalla scuola giuridica "culta") di fusione tra saperi diversi che rinnovi il primato della scienza giuridica irrobustendola con l'apporto della migliore cultura rinascimentale.